A proposito di rifiuti e di sicurezza ambientale
La settimana appena trascorsa ha visto la
questione rifiuti alimentare il confronto politico cittadino, con particolare
riferimento alla grave situazione in cui versa l’AMIU. Mi è parso che tutti
concordono per la dismissione dell’azienda speciale, ma non ho avuto modo di leggere
un’analisi seria ed approfondita della questione, che non è l’AMIU di per sé,
quanto l’emergenza ambientale che coinvolge l’intero territorio della provincia
di Ragusa e le iniziative di carattere amministrativo che con urgenza occorre
adottare prima che l’emergenza si trasformi in dramma. Per quanto riguarda l’AMIU
ciò che preoccupa è l’esposizione debitoria che ammonta a circa 17 milioni di euro.
Si tratta di una cifra notevole di cui si dovrà fare carico il bilancio del
Comune unitamente all’altro debito che il Comune detiene nei confronti
dell’ATO. Considerato che né lo Stato né la Regione hanno alcuna intenzione di
sanare la situazione debitoria dei comuni, questo debito è presumibile che
dovrà ricadere sulle tasche dei cittadini. E’ lo specchio di quest’Italia che
non riesce ad amministrare le proprie risorse con rigore e, soprattutto, con
oculatezza. Tutti, indistintamente, si sono espressi per rimarcare che l’AMIU è
stato in tutti questi anni un ammortizzatore sociale ed oggi, tutti,
indistintamente, sono d’accordo sul fatto che l’azienda, indebitata com’è, deve
essere liquidata. Ma se tutti concordano sul fatto che l’AMIU oltre ad occuparsi
di rifiuti ha funto da ufficio di collocamento, e non sempre nel pieno rispetto
della legalità, secondo quanto affermato dai detrattori, per quale motivo ora si dovrebbe liquidare?
Alcuni sostengono che bisogna procedere con la liquidazione perché previsto
dalla legge. Ma è certo che la legge prevede proprio la liquidazione delle
aziende speciali? Oppure si tratta di società aventi per oggetto
attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie
per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali? Pare che in alcune
regioni, come la Puglia, molti comuni
hanno chiesto, prima di procedere alle dismissioni, appositi pareri alle
sezioni regionali della Corte dei Conti e, in alcuni casi, sembra che tali
pareri siano piuttosto favorevoli al mantenimento delle società, sempre che
queste producano servizi di interesse generale. Tra l’altro in provincia di
Ragusa ci troviamo nella particolare situazione in cui l’ATO non svolge alcun
servizio, né il soggetto attuatore, individuato nell’ordinanza n. 151 del
Presidente della Regione, ha provveduto, malgrado siano trascorsi oltre 6 mesi,
a bandire la gara su base provinciale per l’individuazione della ditta cui
affidare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Il Vice sindaco
Cilia, in una recente intervista, ha dichiarato che l’ipotesi prima prospettata
della partecipazione al progetto dell’ATO CL2 di Gela non è più perseguibile
(ma va là?) e che la soluzione ultima scelta dall’Amministrazione vittoriese
era quella di affidarsi all’ATO di Ragusa per la realizzazione della raccolta
differenziata, oltre a procedere urgentemente alla dismissione dell’AMIU
(Eventisicilia 10 maggio 2012). Ma resta il fondato sospetto che anche questa
prospettazione trovi ostacoli difficili da superare. La legge finanziaria
regionale pubblicata lo scorso 11 maggio, infatti, a proposito di ATO
stabilisce che “..le gestioni cessano il 30 settembre 2012 e sono trasferite in capo ai nuovi
soggetti gestori con conseguente divieto per i liquidatori degli attuali Consorzi
e Società d’ambito di compiere ogni atto di gestione. Gli attuali
Consorzi e Società d’ambito si estinguono entro il 31 dicembre 2012” ;
inoltre, la circolare n.1 del 16 maggio 2012 ribadisce che “In aderenza al
citato dettato normativo, che di fatto modifica e integra l’articolo 19 comma
12 della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9, quindi i liquidatori potranno, solo
entro e non oltre il citato termine, porre in essere atti di gestione, i cui
effetti comunque dovranno cessare entro il 31 dicembre 2012, data entro la
quale dovrà avvenire, sempre ai sensi del citato comma 2 bis, l’estinzione dei consorzi
e delle società d’ambito. Gli atti di gestione, ivi compresi quelli riguardanti
il personale, posti in essere o producenti effetti oltre i suddetti termini, in
quanto emessi in carenza di potere, saranno viziati pertanto da nullità. Pertanto appare assai difficile, stante la ripartizione
delle competenze in atto previste dalla legge, anche in riferimento
all’ordinanza 151, che l’ATO possa indire la gara. Tra l’altro non si capisce
perché il Comune rinuncia a perseguire la strada di una soluzione alternativa
all’ATO e alle SRR visto che la stessa legge regionale prevede che:” I
comuni possono presentare all’Amministrazione regionale, ai sensi del citato
articolo 3 bis ed entro il 31 maggio 2012, la proposta di individuazione di
specifici bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale, purché
la proposta sia motivata sulla base di criteri di differenziazione
territoriale, socio economica, nonché attinenti alle caratteristiche del
servizio”. La possibilità di consorziare i Comuni dell’area trasformata ai fini
del trattamento dei rifiuti mediante la raccolta differenziata, a mio avviso,
potrebbe costituire un’occasione straordinaria per rendere il servizio
efficiente ed efficace anche per quanto riguarda i costi di gestione. Ritengo,
pertanto, che tra un’improbabile assunzione del servizio da parte dell’ATO di
Ragusa, prossimo alla chiusura, e la possibilità di sperimentare un nuovo
percorso che vedrebbe il Comune di Vittoria capofila dei comuni costieri, credo
che questa seconda ipotesi potrebbe essere di gran lunga la più percorribile.
Di fronte al rincorrersi di proposte, di cifre, di proclami che finora hanno
soltanto creato tanta confusione tra i cittadini, e anche tanta preoccupazione,
sarebbe opportuno che il Sindaco di Vittoria procedesse al più presto alla
convocazione di un tavolo tecnico, cui chiamare a partecipare persone “veramente”
competenti, per definire in tempi brevissimi un percorso amministrativo chiaro
e finalmente definitivo per risolvere il problema dei rifiuti a Vittoria e
anche quello della messa in sicurezza della discarica, senza il quale la Città
rischia di precipitare nella pattumiera e, con essa, la sua classe politica.
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