
domenica 16 dicembre 2012
Scuola, l'okkupazione che vorrei

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venerdì 14 dicembre 2012
Accattoni d'Italia!

Berlusconi ritorna e l’Europa
vive un sussulto. Ancora lui, le sue storie, i suoi affari, i suoi intrighi, i
suoi amorazzi, mentre il Paese precipita nella povertà, nell’arretratezza
culturale e civile, nella corruzione e nella dissolutezza dei comportamenti della
sua classe dirigente. Al Sud come al Nord, la corruzione dilaga e non c’è freno
che possa arginare il fenomeno, interi parlamenti regionali sotto la lente dei
magistrati per reati miserabili, per accattonaggio, perché non può definirsi
diversamente la pratica di giocare ai video-games, di comprare il cappuccino
con i soldi dello Stato! E’ il risultato di quella promessa rivoluzione
liberale annunciata in parlamento con tanto di spargimento di spumante e
mortadella: liberi di fare, liberi di
rubare!
La trasmissione Report affonda il bisturi nella piaga
della formazione professionale siciliana, ne emerge un sistema di intrallazzi,
di compiacenze, una parentopoli che ingloba un indegno sistema di relazioni che
costa ai siciliani 500 milioni di euro l’anno senza produrre nulla. E il
deputato, compiaciuto,esclama: “Siamo presenti nel settore
perché facciamo politica. Creiamo una rete di attività che permette di creare
una rete di consenso. È normale”. Vergogna! Certo, forse è normale in un
Paese sottosviluppato, non in una Regione dove il Presidente ha promesso la
rivoluzione della dignità. Ma la rivoluzione è il presupposto di un mutamento radicale
che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di un nuovo
modello, ivi comprese le classi dirigenti, altrimenti è solo miseria culturale
e morte civile.
martedì 4 dicembre 2012
Bersani, le favole,la sinistra e i disconnessi virtuali

sabato 10 novembre 2012
Tutti pazzi per Obama

mercoledì 31 ottobre 2012
Le sfide di Crocetta tra ipotesi di sviluppo e timori di immobilismo

mercoledì 17 ottobre 2012
Dopo lo "sbarco" di Grillo la Sicilia potrebbe non essere più la stessa

martedì 16 ottobre 2012
Risolto il caso della piccola disabile privata dell’assistenza, ma chi paga per l’incuria?

giovedì 11 ottobre 2012
Noi, i ragazzi del ' 68.
martedì 9 ottobre 2012
Psicosociologia del manifesto elettorale
C’è da chiedersi se vale la pena di
finire in coma per difendere il diritto di affissione di un manifesto elettorale. Nel caso di un
ragazzo che trae l’opportunità di guadagnare qualcosa, in tempi davvero grami per chi
ancora un lavoro non ce l'ha, può essere anche comprensibile, ma per
tutti gli altri non lo è. Non lo è per coloro che militanti di un partito
dovrebbero essere rispettosi delle più elementari regole di civiltà, non lo è
per i candidati i quali, ancora non approdati in parlamento, già fanno
esercizio di un discutibile metodo di affidamento della propria propaganda elettorale
ricorrendo ad elementi violenti e, a volte, anche poco raccomandabili sotto il
profilo della fedina penale. C’è da chiedersi, poi, se vale la pena continuare
a svolgere la campagna elettorale veicolando la propria immagine attraverso i
manifesti elettorali, surrogato anche degli spot televisivi che, per contenuti
e qualità, non sono dissimili dai primi. Tutti si affannano a scrivere di onestà
e legalità, ma di fatto sono i primi a violare la legge, disseminando le città
di quintali di cartaccia e di colla che spetta ai Comuni poi bonificare a spese
dei contribuenti. Carta spesso stracciata e buttata con noncuranza per le vie cittadine,
unitamente ad altri quintali di volantini e “santini” pieni di facce multicolori,
ora ammiccanti ora sorridenti, spesso ridondanti di sicula scipitanza. Onestamente occorre dire, ma solo in alcuni
casi, certi candidati, di persona, riescono a dare un’immagine anche migliore
di sé. Per il resto, sembrano tanti pupi siciliani, messi rigorosamente tutti in fila,
appittati di tutto punto, appaiono come tante facce artificiali, ora serie ora felici,
e ci vorrebbero i cantastorie per spiegare il significato dei loro messaggi.
Quasi sempre si tratta di una comunicazione “fai da te”, perché questi futuri
onorevoli hanno anche la fottuta presunzione di capire di comunicazione,
oppure si affidano a qualche pseudo giornalista di quelli che si aggirano in
cerca di fortuna in molti siti istituzionali, retribuiti, come è prassi, a carico del povero contribuente. Così c’è
quello che compiaciuto afferma tout court “sugnu sicilianu”, credendo di
concorrere alle elezioni della Lombardia dove, per l’appunto, nessuno ne conoscerebbe
la provenienza; e c’è quello che, già condannato per peculato, dice: “non parole,
ma fatti”, evidentemente riferendosi ai fatti criminosi per cui è stato processato;
c’è poi quello che fresco reduce dalla galera, comunica di essere umile, alla
faccia di chi ancora non crede nella capacità rieducativa della detenzione. Ci
sono, poi, quelli che si sono riscoperti rivoluzionari tout court, altri che fanno riferimento alla primavera araba e al
protagonismo spontaneo delle grandi masse popolari, la cui domanda di dignità è da intendersi come
rispetto dei diritti e dei bisogni delle persone. Purtroppo ai comizi di questi
novelli rivoluzionari mancano proprie le masse popolari e a stento si
intravedono gli amici e i parenti più
stretti. Per non parlare, infine, di coloro che sostengono che la rivoluzione
si può fare solo governando, e questo mi ha colpito molto, perché sovverte, e
qui c’è il fatto rivoluzionario, il principio stesso su cui poggia la vocazione
rivoluzionaria; infatti, se prima con rivoluzione si è inteso il radicale
cambiamento della forma di governo mediante l’azione del popolo, adesso è il
governo che si propone, mediante l’azione rivoluzionaria, di cambiare il
popolo. L’asserzione è di tale portata che solo un paragone regge al confronto,
allorché Galileo Galilei affermò nel suo manifesto elettorale “.. e pur si
muove!”, intendendo così che era la terra a girare intorno al sole e non
viceversa. A mio avviso, però, il manifesto elettorale che più mi ha affascinato
per l’impeto di sincerità e di onestà che ha saputo esprimere, e che resta una
pietra miliare nella storia della
comunicazione, è quello di Cetto La Qualunque quando afferma: “I have no dream,
ma mi piaci ‘u pilu”.
giovedì 4 ottobre 2012
Dialogo molto serio sull'immondizia

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venerdì 28 settembre 2012
Elezioni in Sicilia, la rivoluzione dei gattopardi!

E votare, per una volta, senza timore.
martedì 25 settembre 2012
INTEGRAZIONE, QUESTA SCONOSCIUTA
Il punto con
Don Beniamino Sacco parroco della Parrocchia dello Spirito Santo
e Giovanni Lucifora, sociologo
venerdì 14 settembre 2012
Quelle torture sui gatti, un brutto segno!

Ritornando al problema dell’aggressività sociale,
dunque, non possiamo non rilevare come i comportamenti pubblici non possono non
ispirarsi alla pratica del rigore etico, rigore che non può essere confuso con
la semplice persecuzione dei reati, essendo necessario, invece, un
comportamento che serva e si proponga da esempio, perché per questo motivo si è
chiamati a svolgere la funzione pubblica. Pertanto, l’assunzione in una
pubblica amministrazione di un proprio cliente politico al posto di un
cittadino che ne ha diritto, l’uso spregiudicato del denaro pubblico per scopi
non propri essenziali alla collettività, il venire meno agli obblighi assunti
solennemente al cospetto dei cittadini quale quello di mantenere pulita la
città e di garantire il funzionamento dei servizi per i bambini, gli anziani e
i disabili, a fronte, invece, di spese per consulenti ed amministratori
incapaci ed inconcludenti, costituisce una delle cause, se non la più
importante, sulla quale si fonda la degenerazione dei comportamenti sociali.
Altrettanto è il farsi merito di non pagare le tasse, il parcheggio nelle aree
vietate, omettere di denunciare il pizzo, aggredire una persona anziana per
puro compiacimento. L’aggressività nella società è, perciò, come il colesterolo
nel sangue, alla giusta dose fa bene all’organismo, oltre quella misura è una
minaccia per la vita. Il medico, in questo caso, consiglia una moderazione
nell’assunzione di cibo e una vita ispirata alla pratica sportiva per mantenere
il colesterolo ai giusti livelli. Nella pratica sociale occorre dare il buon
esempio e comportarsi di conseguenza. Bene, dunque, l’indignazione per una
pratica atroce contro gli animali innocenti, ma credo che sia altrettanto
necessario testimoniare ogni giorno l’amore per gli animali, per l’ambiente, per
la vita attraverso comportamenti privati e pubblici ispirati al buon senso e al
rispetto dei diritti di tutti.
venerdì 7 settembre 2012
Caro amico ti scrivo...così mi distraggo un pò!
Ricevo
da Turi Migliore e pubblico con vero piacere la seguente nota:
Giovanni,
scusami
se pubblico qui tutta sta mappazza! L’avrei voluto fare a margine dei commenti
nel tuo blog, ma non me l’ha fatto pubblicare (Non accetta il codice antirobot che c’è da
copiare!) .Mi dispiace prendermela con te che sei stato il miglior sindaco
dell'ultimo mezzo secolo (e come sai, nel mio libro "Tuttapposto!"
sei l'unico politico vittoriese ad esserne uscito indenne), ma non posso fare a
meno di dirti: bisognava aspettare che Nicosia si dimettesse dal PD per dire
FINALMENTE pane al pane e vino al vino? So bene la tua estraneità da tutti i
giochini, ma vedo che ritieni insostituibile questo gioco malsano del
"meno peggio", della serie: questo abbiamo di partito e questo
dobbiamo bonificare. Senza questo meccanismo partigiano, il tuo sfogo
sull'Amiu, tanto per fare un esempio e restare in tema, si sarebbe potuto fare
prima, molto prima, quannu forsi ci putia aiutu. Ma soprattutto si sarebbero
potute levare altre "penne libere" come te (ce ne fossero!).Invece
c'è sempre stato il terrore di aprire critiche per non fare il gioco degli
avversari politici e delle terribili "destre"! Personalmente credo
che sia stata proprio questa codardia, questa prudenza da conservazione, questo
vendere gli interessi della città a puri e semplici clan spacciati per partiti
(Il percorso di Cicciaiello è esemplare), ha determinato la palude che oggi è
la politica vittoriese e la sinistra in particolare. Sono cose dell'altro
mondo! E che non si pensi riguardino solo gli interessati. E allora, se l'Amiu
è la struttura più inquietante ed inefficiente che ci sia, se siamo l'unico
comune della provincia che non prova neppure a fare finta di fare la raccolta
differenziata; se le fumarole cancerose e tossiche continuano a squarciare il
cielo impunemente, nella famigerata "fascia trasformata"; se per
tutta l'estate le nostre strade extraurbane non sono riuscite a fare a meno di
ospitare inauditi cumuli di munnezza putrescente e rifiuti pericolosi da
mostrare in bella vista ai pochi turisti che passano da queste parti (e che
fuggono solo dopo poche ore); se nessuna voce si è levata, 10 anni fa, nei
confronti di quella vergognosa gara di cavalli per le vie della città, spacciata
per Palio ma gestita da malavitosi che spadroneggiavano come sceriffi; se non
esiste una vera e propria categoria di giornalisti locali ma solo
"copincollisti" e lacché che altro non fanno che omettere o far finta
di essersene dimenticati; se non si ha la lungimiranza per capire quanto si
potrebbe fare in termini di turismo colto e qualitativo, solo se si riuscisse
ad "agganciare" la città ed il territorio ad un fenomeno che è già
mondiale da almeno un ventennio: il Cerasuolo di Vittoria. Se tutto ciò, e
molto altro ancora, è accaduto o non è stato fatto, la colpa non è della
politica della sinistra e del tuo partito in particolare che è stato sempre al
timone? Cosa bisognerà fare allora, in futuro, per evitare di sbagliare ancora?
(ma non c'è più tempo e ormai è troppo tardi) Cosa sarebbe giusto fare oggi?
Quando dici che i partiti sono insostituibili mi muore il cuore! A Parma, ma
pure a Mira (VE), a Sarego (VI), a Comacchio (RA), sono riusciti a cacciarli i
partiti e ora stanno governando i cittadini. Ma lì c'è una società civile, a
Vittoria, già la parola provoca un fremito di fastidio e a volte pure di
repulsione.
Facci caso, prova a pronunciare davanti ad un
politico la parola "società civile", e vedrai che faccia farà, che
espressione schifata sfodererà! Il meglio dei vittoriesi è fuggito, caro
Giovanni, e sono rimasti solo le mediocrità, ed ora non ci si può lamentare se
l'Amiu è diventata un covo (fosse solo l'Amiu!). Oggi come oggi,caro Giovanni,
c'è da fare solo un gran lavoro distruttivo, per poi ovviamente ricostruire
tutto ex novo. Ma per fare ciò è pur vero che servirebbero tanti operai,
manovali, caricatori...e qui invece tutti vogliono fare gli ingegneri! Il
declino è vicino.
Caro Turi,
apprezzo le tue
riflessioni, ma sui partiti credo che sia necessario ritornare a riflettere.
Non si può governare senza i partiti in un paese democratico e, comunque, anche
nelle dittature si fa sempre riferimento, oltre al leader, ad un partito. In
pratica l’esercizio del governo fa sempre riferimento ad una azione
organizzativa, espressione di gruppi di persone che esprimono bisogni o
interessi da perseguire mediante l’uso di risorse immateriali e materiali,
strumentali ai fini (la mission) che si vogliono perseguire. I partiti, dunque,
sono delle organizzazioni che, in ossequio al dettame costituzionale, si
pongono l’obiettivo del governo del Paese. Quando tu porti l’esempio di Parma,
in effetti parli di organizzazioni nuove che si sono sostituite ad altre (i
vecchi partiti). Queste organizzazioni dovranno, comunque, esprimere una
mission, nominare dei dirigenti, indicare delle persone che dovranno assumere
degli incarichi amministrativi. Faranno, cioè, tutto quello che fanno le
organizzazioni e saranno, all’inizio, tutti duri e puri, tranne a scoprire, nel
tempo, un Lusi o un Trota qualunque tra le loro fila. L’esempio della Lega
Nord, l’organizzazione i cui dirigenti rinnovavano il proprio orgoglio di purezza bagnandosi
il capo alla foce del Po, ne è un esempio classico che, sicuramente, diverrà un caso da manuale in tutti i corsi di Scienza della Politica. Erano partiti sani e puri,
sono finiti nella cloaca delle peggiori ruberie per fini personali, senza
pagare fio. Altrettanto io ti posso portare un esempio, quello di Reggio Emilia,
dove esistono 28 aziende speciali comunali che si occupano dei bisogni più
svariati, dai bambini agli anziani, dai trasporti all’ambiente, e sono tutte
aziende in attivo e nessun amministratore risulta indagato o rinviato a
giudizio o condannato. C’è qualcosa, allora, che va oltre le forme
organizzative e che tocca la sostanza, cioè gli uomini che compongono le
organizzazioni, le loro qualità, la loro cultura, le loro aspirazioni, la loro
storia personale e collettiva, cioè tutto ciò che si incide nel DNA di un
popolo e che, ad certo punto, anche a causa degli accidenti della Storia,può
muoversi per un verso o per un altro. Ritengo utile suggerirti di leggere il
libro di Wilhelm Reich, Psicologia di massa del fascismo, che a mio avviso è esemplare nella spiegazione
dei fenomeni che portano alla formazione delle dittature o, comunque, di tutte
quelle forme di organizzazioni politiche che confluiscono in forme estreme e
distruttive. Ti suggerisco, altresì, di leggere il bellissimo volume di Amitai
Etzioni, Organizzazioni e Società, il quale descrivendo la storia dell’operaio
divenuto Segretario Generale del Partito Socialista Francese, alla fine dell’ottocento,
espone in modo davvero suggestivo e scientifico il funzionamento delle
organizzazioni ed in particolare delle organizzazioni politiche. Se lo vorrai,
dopo queste letture, sarà veramente gradito per me potere approfondirne con te
i contenuti e chissà, una buona volta, di poterci ritrovare d’accordo.Ti abbraccio con tanta stima.
mercoledì 5 settembre 2012
L'AMIU chiude. Per ammessa incapacità!

Considerato che tutti i
Comuni della provincia sono fuorilegge in materia di rifiuti perché, per legge, nessuno dovrebbe
gestire direttamente il servizio di raccolta, dovendovi provvedere, per legge, l’ATO Ambiente, non sarebbe
più utile e conveniente insediare il nuovo CDA della istituenda SRR, composto,
per legge, dai Sindaci, per
bandire l’appalto del servizio unico per tutti i comuni della provincia? Il
signor Commissario straordinario della Provincia non può intervenire per
accelerare l’iter di formazione del nuovo organismo? Non è che per caso la rivoluzione
siciliana che tutti dichiarano di volere attuare alla fine consiste nello
scaricare sempre sugli altri ogni responsabilità?
lunedì 3 settembre 2012
Una rivoluzione? Si, indigniamoci!

sabato 14 luglio 2012
Bocciati a 6 anni, che tristezza la Scuola!

Ma non si tratta di un provvedimento tout court, bensì di un insieme
di strumenti a favore degli studenti che ne hanno bisogno tra i quali corsi di
recupero e rinforzo, in particolare per il tedesco, la matematica e le lingue
straniere, che eviti una valutazione finale negativa con bocciatura. In Italia
il problema è stato più volte affrontato, ma con un limite, perché quando si
parla di intervenire in settori delicati della vita dello stato, quali la
scuola o la sanità, il problema non viene mai affrontato con leggi di riforma
capaci di incidere sulla sostanza del problema, bensì nell’ambito di
provvedimenti di spesa, e con i tagli non si può certo incidere sulla qualità
dei servizi. Così a pagarne le conseguenze sono sempre i soggetti più deboli
della società, i portatori di handicap e le fasce più povere ed emarginate. A
Vittoria il problema delle bocciature, delle ripetenze e della dispersione
scolastica ha assunto caratteri di una vera e propria emergenza, nei confronti
della quale le istituzioni locali devono sentire forte la necessità di
interventi non più rinviabili. Come si evince dalla Relazione Generale dello
Schema di Variante al PRG: “… per quanto riguarda l’istruzione e la
scolarizzazione, nel comune di Vittoria il censimento del 2001 consegnava all’attenzione
del territorio la difficile situazione di Vittoria che risultava uno dei Comuni
meno scolarizzati di Italia con il 19% della popolazione analfabeta o senza
alcun titolo di studio”. Nell’epoca della Società della Conoscenza, ciò non
costituisce certo un requisito capace di invertire le sorti di un destino che,
allo stato, senza le opportune contromisure, sembra segnato da un lento quanto
irrimediabile declino.
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