Dopo quasi mezzo
secolo, chiude a Vittoria l’azienda municipalizzata di igiene urbana. Va via un
pezzo di storia di questa Città, ma segna anche la sconfitta di tante battaglie
ideali, di tanti che hanno creduto nella pubblicità dei servizi pubblici
essenziali. Ci si potrebbe chiedere a questo punto perché lottare per l’acqua
pubblica se le premesse ci portano alle stesse conclusioni: il privato fa
risparmiare l’ente pubblico! La delibera con cui la Giunta Municipale rivolge l’invito
al Consiglio Comunale di dismettere l’azienda speciale è un capolavoro di superficialità,
di indolenza, di doppiezza. Nessun cenno
autocritico, né un esame serio ed analitico dei motivi che stanno alla base di
una scelta che, comunque, segna una svolta per Vittoria e e i suoi cittadini. Per più di
16 mesi è stato annunciato alla cittadinanza tutto e il contrario di tutto. L’ultima
trovata: l’AMIU chiude per legge! Ma come mai nella delibera della Giunta non
si fa cenno a tale legge! L’AMIU, come si legge bene nella delibera chiude per
manifesta incapacità; perché i bilanci degli ultimi cinque anni sono in perdita
di svariati milioni di euro; perché il presidente e il direttore si sono
rifiutati di rispondere alle pressanti richieste di presentazione dei rendiconti da parte degli
uffici deputati al controllo; perché come recita testualmente la delibera "l’Azienda negli
anni ha svolto una funzione sociale”, cioè è andata oltre l’esercizio delle funzioni
statutarie soddisfacendo un ingordo bisogno di pratiche clientelari
assolutamente estranee alle reali esigenze dell’Ente; perché l’Assessore alla
trasparenza ha denunciato l’Azienda alla Procura della Repubblica per la
mancata esibizione della documentazione riguardante le assunzioni del
personale. Nel frattempo il Consiglio di Amministrazione si è dimesso. Il
direttore, che dovrebbe essere il legale rappresentante dell’Azienda, tace.
Intanto la stampa incalza, per giorni e giorni, per settimane: Palazzo Iacono
annuncia la nomina di un nuovo CDA, è solo questione di ore, oggi, domani. Ma
pare che pazzi in giro non ce ne sono. Nel frattempo si annuncia un nuovo
progetto per la raccolta dei rifiuti (ma il Consiglio Comunale non l’aveva approvato
giusto l’anno scorso?) e l’avvio della raccolta differenziata entro 60 giorni.
Ma già dal primo annuncio i sessanta giorni sono trascorsi. Oggi il Sindaco
dichiara che la nomina del nuovo CDA non è prioritaria, ma allora chi governa l’Azienda?
Tutto è rinviato alle decisioni del Consiglio Comunale, il quale dovrà
dichiarare la soppressione del servizio e l’avvio della privatizzazione,
soltanto dopo il Sindaco può nominare il Liquidatore senza prima avere
presentato un Progetto di dismissione dell’azienda, che allo stato ancora non
esiste, e bandire la nuova gara. Secondo i principi della rivoluzione della
dignità enunciati da Crocetta in questi casi cosa bisognerebbe fare? Come
minimo mandare tutti a casa! Ce la farà il nostro eroe… ?
Considerato che tutti i
Comuni della provincia sono fuorilegge in materia di rifiuti perché, per legge, nessuno dovrebbe
gestire direttamente il servizio di raccolta, dovendovi provvedere, per legge, l’ATO Ambiente, non sarebbe
più utile e conveniente insediare il nuovo CDA della istituenda SRR, composto,
per legge, dai Sindaci, per
bandire l’appalto del servizio unico per tutti i comuni della provincia? Il
signor Commissario straordinario della Provincia non può intervenire per
accelerare l’iter di formazione del nuovo organismo? Non è che per caso la rivoluzione
siciliana che tutti dichiarano di volere attuare alla fine consiste nello
scaricare sempre sugli altri ogni responsabilità?
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