mercoledì 5 settembre 2012

L'AMIU chiude. Per ammessa incapacità!



Dopo quasi mezzo secolo, chiude a Vittoria l’azienda municipalizzata di igiene urbana. Va via un pezzo di storia di questa Città, ma segna anche la sconfitta di tante battaglie ideali, di tanti che hanno creduto nella pubblicità dei servizi pubblici essenziali. Ci si potrebbe chiedere a questo punto perché lottare per l’acqua pubblica se le premesse ci portano alle stesse conclusioni: il privato fa risparmiare l’ente pubblico! La delibera con cui la Giunta Municipale rivolge l’invito al Consiglio Comunale di dismettere l’azienda speciale è un capolavoro di superficialità,  di indolenza, di doppiezza. Nessun cenno autocritico, né un esame serio ed analitico dei motivi che stanno alla base di una scelta che, comunque, segna una svolta per Vittoria e e i suoi cittadini. Per più di 16 mesi è stato annunciato alla cittadinanza tutto e il contrario di tutto. L’ultima trovata: l’AMIU chiude per legge! Ma come mai nella delibera della Giunta non si fa cenno a tale legge! L’AMIU, come si legge bene nella delibera chiude per manifesta incapacità; perché i bilanci degli ultimi cinque anni sono in perdita di svariati milioni di euro; perché il presidente e il direttore si sono rifiutati di rispondere alle pressanti richieste di presentazione dei rendiconti da parte degli uffici deputati al controllo; perché come recita testualmente la delibera  "l’Azienda negli anni ha svolto una funzione sociale”, cioè è andata oltre l’esercizio delle funzioni statutarie soddisfacendo un ingordo bisogno di pratiche clientelari assolutamente estranee alle reali esigenze dell’Ente; perché l’Assessore alla trasparenza ha denunciato l’Azienda alla Procura della Repubblica per la mancata esibizione della documentazione riguardante le assunzioni del personale. Nel frattempo il Consiglio di Amministrazione si è dimesso. Il direttore, che dovrebbe essere il legale rappresentante dell’Azienda, tace. Intanto la stampa incalza, per giorni e giorni, per settimane: Palazzo Iacono annuncia la nomina di un nuovo CDA, è solo questione di ore, oggi, domani. Ma pare che pazzi in giro non ce ne sono. Nel frattempo si annuncia un nuovo progetto per la raccolta dei rifiuti (ma il Consiglio Comunale non l’aveva approvato giusto l’anno scorso?) e l’avvio della raccolta differenziata entro 60 giorni. Ma già dal primo annuncio i sessanta giorni sono trascorsi. Oggi il Sindaco dichiara che la nomina del nuovo CDA non è prioritaria, ma allora chi governa l’Azienda? Tutto è rinviato alle decisioni del Consiglio Comunale, il quale dovrà dichiarare la soppressione del servizio e l’avvio della privatizzazione, soltanto dopo il Sindaco può nominare il Liquidatore senza prima avere presentato un Progetto di dismissione dell’azienda, che allo stato ancora non esiste, e bandire la nuova gara. Secondo i principi della rivoluzione della dignità enunciati da Crocetta in questi casi cosa bisognerebbe fare? Come minimo mandare tutti a casa! Ce la farà il nostro eroe… ?

Considerato che tutti i Comuni della provincia sono fuorilegge in materia di rifiuti perché, per legge, nessuno dovrebbe gestire direttamente il servizio di raccolta, dovendovi provvedere, per legge, l’ATO Ambiente, non sarebbe più utile e conveniente insediare il nuovo CDA della istituenda SRR, composto, per legge, dai Sindaci, per bandire l’appalto del servizio unico per tutti i comuni della provincia? Il signor Commissario straordinario della Provincia non può intervenire per accelerare l’iter di formazione del nuovo organismo? Non è che per caso la rivoluzione siciliana che tutti dichiarano di volere attuare alla fine consiste nello scaricare sempre sugli altri ogni responsabilità?

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