venerdì 14 dicembre 2012

Accattoni d'Italia!


Ma che Paese è l’Italia raccontata sui giornali  e sui media di tutto il mondo! Me lo chiedo da più giorni perché le cronache non finiscono mai di stupire. Oggi ho appreso del lager siciliano dove la mafia usava cremare i cadaveri dei propri nemici,  nello stesso forno dove cuocevano il pane che vendevano ad ignari clienti. Ma che persone sono queste? Peggio delle bestie feroci, incapaci di sentimenti, vivono in un completo stato di animalità o, forse, peggio, perché gli animali esprimono pure sentimenti di affezione e di solidarietà. Ma come possiamo ancora tollerare tutto ciò nella più assoluta indifferenza, notizie che ci scivolano addosso come  pioggia  a lavare i nostri sensi di colpa!

Berlusconi ritorna e l’Europa vive un sussulto. Ancora lui, le sue storie, i suoi affari, i suoi intrighi, i suoi amorazzi, mentre il Paese precipita nella povertà, nell’arretratezza culturale e civile, nella corruzione e nella dissolutezza dei comportamenti della sua classe dirigente. Al Sud come al Nord, la corruzione dilaga e non c’è freno che possa arginare il fenomeno, interi parlamenti regionali sotto la lente dei magistrati per reati miserabili, per accattonaggio, perché non può definirsi diversamente la pratica di giocare ai video-games, di comprare il cappuccino con i soldi dello Stato! E’ il risultato di quella promessa rivoluzione liberale annunciata in parlamento con tanto di spargimento di spumante e mortadella:  liberi di fare, liberi di rubare!

La trasmissione Report affonda il bisturi nella piaga della formazione professionale siciliana, ne emerge un sistema di intrallazzi, di compiacenze, una parentopoli che ingloba un indegno sistema di relazioni che costa ai siciliani 500 milioni di euro l’anno senza produrre nulla. E il deputato, compiaciuto,esclama: “Siamo presenti nel settore perché facciamo politica. Creiamo una rete di attività che permette di creare una rete di consenso. È normale”. Vergogna! Certo, forse è normale in un Paese sottosviluppato, non in una Regione dove il Presidente ha promesso la rivoluzione della dignità. Ma la rivoluzione è il presupposto di un mutamento radicale che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di un nuovo modello, ivi comprese le classi dirigenti, altrimenti è solo miseria culturale e morte civile.

2 commenti:

  1. Concordo pienamente con quanto da Lei scritto, le sue analisi socio-politico sono sempre molto incisive e riescono a cogliere il comune stato d'animo o sentimento popolare di tanti, soprattutto il mio che è perfettamente in linea con il suo.

    Non c'è una sola cosa di positivo che al momento sopravviva in Italia, se non solo la speranza che qualcosa o qualcuno possa invertire la rotta di questa nazione alla deriva, che si appella Bel Paese.Di Bel Paese ormai è rimasto solo il logo della Galbani, ormai dell 'ITALIA detentrice per antonomasia del copyright Il BEL PAESE©, ha perso molto di quel fascino di ombelico del mondo culturale, quale fucina di cultura ,di geni, di bellezze naturali ed opere d'arte, perchè nulla è stato fatto a tutela , conservazione e valorizzazione di questo enorme patrimonio naturale e culturale. E cosa ancora più grave è l'attuale decadenza dei costumi e dei valori della nostra classe politica e dirigenziale in cui risiede anche la colpa di una svalutazione del nostro patrimonio naturalistico e culturale, con devastanti conseguenze anche a livello economico. Non a caso negli ultimi anni il turismo in Italia ha visto un decremento da parte di una buona parte di cittadini europei , che hanno preferito altre mete, a volte anche a parità di costi, ma con servizi ed infrastrutture migliori in altri paesi mediterranei.Lo stesso patrimonio intellettuale dei nostri migliori concittadini, nel nostro Paese non trova tutela e riconoscimento, incentivando e legittimando la fuga di cervelli verso paesi che sicuramente riconoscono e assicurano meritocrazia, dignità , giusto riconoscimento remunerativo e crescita professionale. Del Bel Paese, forse rimane ancora l'ultimo barlume di concetto di Paese, dove un popolo accomunato da una sola lingua risiede in forma stabile su uno stesso territorio, ma anche qui, qualcuno... cerca e sta cercando di minare le basi di uno Stato per dare luogo ad una seccessione e una diaspora interna che non trova alcuna logica intelligente, se non in una politica aberrante, frutto di un gruppo di uomini accecati dall'ignoranza , dall'arroganza e da uno scarso sentimento patriottico, sentimento che forse questo Paese non è mai riuscito a sviluppare per colpa di un retaggio di Dna barbarico... ?

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    1. Condivido le considerazioni di Franca, e trovo non del tutto peregrino il retaggio del DNA barbarico, forse sono più appropiati gli archetipi cui faceva riferimento Jung nel senso che, nel tempo, i nostri comportamenti si sedimentano nell'incoscio(la cultura, la religione, i condizionamenti ambientali ed economici...) influenzando, così, il nostro agire nel mondo. Ma il problema rimane nel come reagire a tutto questo, come reagire al declino...

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